Nome botanico: Acer palmatum
Nome comune: Acero giapponese
Foto Cerchina:
Foto Silvana:
Foto Silvana:
Foto Cerchina:
Foto Silvana:
Famiglia: Aceraceae/Sapindaceae
Genere: Acer
Origine: Giappone, Cina, Corea, sud est della Russia e Mongolia.
Progenitori: specie botanica.
Habitat: nelle regioni d'origine cresce nei climi temperati in boschi ombrosi come pianta da sottobosco, a quote variabili tra 100 e 1300 m. slm. Coltivato da secoli in Giappone fu introdotto in Europa nel 1820.
Portamento: a chioma arrotondata o a piramide inversa a volte a portamento arbustivo.
Dimensioni: Albero di quarta grandezza raggiunge i 6-8 metri di altezza, ma nelle regioni d'origine può crescere molto di più.
Foglie: Le foglie sono caduche, opposte, lunghe 5-12 cm. palmato-lobate con 5-7 o 9 lobi profondamente incisi e seghettati ai margini. Le varietà e le sottospecie naturali si differenziano principalmente per la dimensione e la forma dei lobi.
Fiori/infiorescenze: I fiori sono piccoli (6-8 mm) non molto appariscenti, rosso porpora, sono riuniti in piccoli corimbi eretti o penduli che si sviluppano verso aprile dopo l'apertura delle foglie.
Colore: presenta un'ampia variabilità nella colorazione del fogliame, di solito è rosso in primavera, verde in estate per tornare rosso più scuro in autunno.
Frutti/semi: le infruttescenze sono disamare molto divergenti raccolte in grappoli eretti o penduli e contenenti ciascuna un solo seme di 5-8 mm. Come per tutte le samare le "ali" sfruttano la forza del vento per la disseminazione spontanea (anemofila).
Corteccia: Il fusto in genere è slanciato, spesso con corteccia liscia e grigiastra che tende a desquamarsi invecchiando
Esposizione: sole/mezz'ombra
Tipo di terreno: predilige terreni fertili, umidi e ben drenati; leggermente acidi (PH 5,1-6,5)
Rusticità: da zona USDA 5B a 8B (fino a -20/-25°C) tuttavia, specie le cultivar, vanno riparate dai venti freddi e dalle gelate tardive che possono uccidere le foglie giovani. Resistente anche all'inquinamento.
Crescita: lenta
Longevità: la vita media è di circa 100 anni.
Malattie: è soggetto ad afidi, acari, bruchi e avvizzimento da Verticillium e Armillaria.
Cure successive all’impianto: I giovani esemplari da aprile a settembre necessitano di annaffiature regolari ogni volta che il terreno si presenta asciutto. Per gli esemplari adulti sono sufficienti le piogge a meno di periodi di siccità prolungata lasciando comunque asciugare il terreno tra le annaffiature.
Laddove le temperature scendono sotto i -10°C. è utile una pacciamatura autunnale delle radici.
Moltiplicazione: la propagazione è piuttosto difficile: in primavera possono essere tentate le talee che non radicano molto facilmente, la semina richiede l'utilizzo di semi freschi che vanno scarificati e poi sottoposti a stratificazione in frigorifero per parecchi mesi.
Potatura: non necessaria; sono particolarmente sconsigliate le potature severe alle quali reagisce in modo stentato.
Utilizzo: per le dimensioni contenute e la crescita piuttosto lenta è adatto anche ai piccoli giardini sia come esemplare isolato sia nel secondo o terzo piano di aiuole arbustive miste.
E' molto utilizzato nelle alberature stradali e nei parchi.
Alcune delle numerosissime varietà e cultivar sono adatte alla coltivazione in vaso e, specie la var. dissectum e cultivar simili a rami arcuati, sono molto usate per la formazione di bonsai.
Curiosità: tra il Settecento e l'Ottocento la coltivazione dell'acero in Giappone conobbe un periodo di grande popolarità. Per la grande richiesta di appassionati e collezionisti, giardinieri e "cacciatori di piante" erano alla continua ricerca di nuove varietà da sottoporre ad ibridazione e coltivazione intensiva. Nel 1710 le cultivar erano già 36, ma aumentarono poi di anno in anno e nel 1882 se ne conoscevano già 202.
Nel calendario cinese, ottobre è rappresentato da foglie di acero giapponese.
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Nome comune: Acero giapponese
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Famiglia: Aceraceae/Sapindaceae
Genere: Acer
Origine: Giappone, Cina, Corea, sud est della Russia e Mongolia.
Progenitori: specie botanica.
Habitat: nelle regioni d'origine cresce nei climi temperati in boschi ombrosi come pianta da sottobosco, a quote variabili tra 100 e 1300 m. slm. Coltivato da secoli in Giappone fu introdotto in Europa nel 1820.
Portamento: a chioma arrotondata o a piramide inversa a volte a portamento arbustivo.
Dimensioni: Albero di quarta grandezza raggiunge i 6-8 metri di altezza, ma nelle regioni d'origine può crescere molto di più.
Foglie: Le foglie sono caduche, opposte, lunghe 5-12 cm. palmato-lobate con 5-7 o 9 lobi profondamente incisi e seghettati ai margini. Le varietà e le sottospecie naturali si differenziano principalmente per la dimensione e la forma dei lobi.
Fiori/infiorescenze: I fiori sono piccoli (6-8 mm) non molto appariscenti, rosso porpora, sono riuniti in piccoli corimbi eretti o penduli che si sviluppano verso aprile dopo l'apertura delle foglie.
Colore: presenta un'ampia variabilità nella colorazione del fogliame, di solito è rosso in primavera, verde in estate per tornare rosso più scuro in autunno.
Frutti/semi: le infruttescenze sono disamare molto divergenti raccolte in grappoli eretti o penduli e contenenti ciascuna un solo seme di 5-8 mm. Come per tutte le samare le "ali" sfruttano la forza del vento per la disseminazione spontanea (anemofila).
Corteccia: Il fusto in genere è slanciato, spesso con corteccia liscia e grigiastra che tende a desquamarsi invecchiando
Esposizione: sole/mezz'ombra
Tipo di terreno: predilige terreni fertili, umidi e ben drenati; leggermente acidi (PH 5,1-6,5)
Rusticità: da zona USDA 5B a 8B (fino a -20/-25°C) tuttavia, specie le cultivar, vanno riparate dai venti freddi e dalle gelate tardive che possono uccidere le foglie giovani. Resistente anche all'inquinamento.
Crescita: lenta
Longevità: la vita media è di circa 100 anni.
Malattie: è soggetto ad afidi, acari, bruchi e avvizzimento da Verticillium e Armillaria.
Cure successive all’impianto: I giovani esemplari da aprile a settembre necessitano di annaffiature regolari ogni volta che il terreno si presenta asciutto. Per gli esemplari adulti sono sufficienti le piogge a meno di periodi di siccità prolungata lasciando comunque asciugare il terreno tra le annaffiature.
Laddove le temperature scendono sotto i -10°C. è utile una pacciamatura autunnale delle radici.
Moltiplicazione: la propagazione è piuttosto difficile: in primavera possono essere tentate le talee che non radicano molto facilmente, la semina richiede l'utilizzo di semi freschi che vanno scarificati e poi sottoposti a stratificazione in frigorifero per parecchi mesi.
Potatura: non necessaria; sono particolarmente sconsigliate le potature severe alle quali reagisce in modo stentato.
Utilizzo: per le dimensioni contenute e la crescita piuttosto lenta è adatto anche ai piccoli giardini sia come esemplare isolato sia nel secondo o terzo piano di aiuole arbustive miste.
E' molto utilizzato nelle alberature stradali e nei parchi.
Alcune delle numerosissime varietà e cultivar sono adatte alla coltivazione in vaso e, specie la var. dissectum e cultivar simili a rami arcuati, sono molto usate per la formazione di bonsai.
Curiosità: tra il Settecento e l'Ottocento la coltivazione dell'acero in Giappone conobbe un periodo di grande popolarità. Per la grande richiesta di appassionati e collezionisti, giardinieri e "cacciatori di piante" erano alla continua ricerca di nuove varietà da sottoporre ad ibridazione e coltivazione intensiva. Nel 1710 le cultivar erano già 36, ma aumentarono poi di anno in anno e nel 1882 se ne conoscevano già 202.
Nel calendario cinese, ottobre è rappresentato da foglie di acero giapponese.
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Greta Stella (Trezzo sull'Adda):
riprodurre l'Acer palmatum per talea e' quasi impossibile, nel vivaio dove lavoravo ogni volta ci provavamo ma quando su 20 ne venivano 2 era tanto. Per la tecnica, talea semilegnosa, solo che noi usavamo dei particolari ormoni che ai privati non vendono, abbiamo provato in primavera, estate, autunno e inverno, sempre in serra, riscaldata e non, sempre con risultati deludenti....Alcune sembravano lì lì per farcela , ma poi nulla!
Anche gli innesti sono da urlo alle volte, per questo che spesso in vendita questa piante raggiungono prezzi da capogiro!
riprodurre l'Acer palmatum per talea e' quasi impossibile, nel vivaio dove lavoravo ogni volta ci provavamo ma quando su 20 ne venivano 2 era tanto. Per la tecnica, talea semilegnosa, solo che noi usavamo dei particolari ormoni che ai privati non vendono, abbiamo provato in primavera, estate, autunno e inverno, sempre in serra, riscaldata e non, sempre con risultati deludenti....Alcune sembravano lì lì per farcela , ma poi nulla!
Anche gli innesti sono da urlo alle volte, per questo che spesso in vendita questa piante raggiungono prezzi da capogiro!
Boba 74 (Ferrara):
il "vero" acero giapponese non esiste, nel senso che sono tutti aceri palmati (Acer palmatum) originari del Giappone, di cui ne esistono decine e decine di varietà, alcune fanno foglie verdi, alcune rosse solo in primavera, alcune tutto l'anno ("atropurpureum") altre con foglie molto suddivise ("dissectum") ecc... tutti ottenuti tramite selezione e incroci.
Comunque la specie selvatica non selezionata fa foglie rosse solo a primavera e autunno, ma verdi in estate.
Dalla semina di uno di questi aceri "selezionati" non spunta necessariamente un acero con le stesse caratteristiche del genitore, in quanto con la riproduzione per seme possono emergere tutte le variabilità possibili della specie, che nella pianta selezionata sono nascoste.
Ad esempio, dall'atropurpureum molte piantine avranno foglie rosse tutto l'anno, ma alcune diventeranno verdi in estate, o una mezza via di verde scuro-rossastro.
L'unico modo sicuro per ottenere la stessa pianta è riprodurla per talea.
il "vero" acero giapponese non esiste, nel senso che sono tutti aceri palmati (Acer palmatum) originari del Giappone, di cui ne esistono decine e decine di varietà, alcune fanno foglie verdi, alcune rosse solo in primavera, alcune tutto l'anno ("atropurpureum") altre con foglie molto suddivise ("dissectum") ecc... tutti ottenuti tramite selezione e incroci.
Comunque la specie selvatica non selezionata fa foglie rosse solo a primavera e autunno, ma verdi in estate.
Dalla semina di uno di questi aceri "selezionati" non spunta necessariamente un acero con le stesse caratteristiche del genitore, in quanto con la riproduzione per seme possono emergere tutte le variabilità possibili della specie, che nella pianta selezionata sono nascoste.
Ad esempio, dall'atropurpureum molte piantine avranno foglie rosse tutto l'anno, ma alcune diventeranno verdi in estate, o una mezza via di verde scuro-rossastro.
L'unico modo sicuro per ottenere la stessa pianta è riprodurla per talea.
Silvana (Albairate):
quando siamo arrivati in questa casa al posto di un pino preesistente abbiamo piantato un acero palmato che ora è già abbastanza cresciutello ed a primavera ci delizia con le sue foglie rossicce e i peduncoli dei suoi semi che sembrano quasi dei piccoli fiorellini. In primavera ed in autunno è rosso, mentre durante la stagione estiva le foglie virano al verde.
Quando in autunno arrossa il fogliame è come avere in giardino una palla di fuoco.
A dire il vero con il terreno che c'è nel giardino è stata una pura scommessa piantarlo e farlo crescere proprio lì, diciamo che abbiamo cercato di avere ogni cura perchè non ci deludesse: abbiamo scavato una buca bella larga e fonda, l'abbiamo riempita di terra torbosa e per parecchio tempo abbiamo dato solfato di ferro al terreno intorno. Dalla crescita direi che si è adattato abbastanza bene, la chioma è un pò squilibrata verso la zona della casa perchè purtroppo è il lato che riceve più sole, dovrò decidermi a spuntarlo un pò da quel lato per aiutare la crescita del lato opposto.
quando siamo arrivati in questa casa al posto di un pino preesistente abbiamo piantato un acero palmato che ora è già abbastanza cresciutello ed a primavera ci delizia con le sue foglie rossicce e i peduncoli dei suoi semi che sembrano quasi dei piccoli fiorellini. In primavera ed in autunno è rosso, mentre durante la stagione estiva le foglie virano al verde.
Quando in autunno arrossa il fogliame è come avere in giardino una palla di fuoco.
A dire il vero con il terreno che c'è nel giardino è stata una pura scommessa piantarlo e farlo crescere proprio lì, diciamo che abbiamo cercato di avere ogni cura perchè non ci deludesse: abbiamo scavato una buca bella larga e fonda, l'abbiamo riempita di terra torbosa e per parecchio tempo abbiamo dato solfato di ferro al terreno intorno. Dalla crescita direi che si è adattato abbastanza bene, la chioma è un pò squilibrata verso la zona della casa perchè purtroppo è il lato che riceve più sole, dovrò decidermi a spuntarlo un pò da quel lato per aiutare la crescita del lato opposto.
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