Nomebotanico: Orchis morio (Sin: Anacamptis morio)
Nome comune: Giglio caprino
Genere: Orchis /Anacamptis
Foto Dani61:

foto Dani61:

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Progenitori: specie botanica
Origine: Europa e Caucaso. La più antica testimonianza europea riguardante questo genere di piante risale al 372 – 289 A.C. quando il filosofo greco Teofrasto di Lesbo la descrive come “pianta con due tubercoli tondeggianti alla base delle radici” da qui il nome “orchis”- testicolo.
Habitat: è una specie molto tollerante che colonizza gli ambienti più vari, in particolare prati più o meno aridi, cespuglieti, zone marginali del bosco fino alla montagna medio alta.
Portamento: orchidea terricola, perenne, spontanea, dal portamento eretto.
Fiori: l’infiorescenza, piuttosto piccola, si sviluppa per circa 5 -7 centimetri dall’alto del fusto e porta 5–25 fiori, vicinissimi uno all’altro. I sepali sono riuniti tra loro in modo da formare una specie di cappuccio. I sepali laterali interni sono un po’ più corti e stretti di quelli esterni. Il labello è trilobato, con i lobi laterali più grandi di quello mediano, a volte un po’ ripiegati. Il periodo di fioritura va da aprile a giugno.
Colore: I sepali sono di color porporino, attraversati longitudinalmente da evidenti striature verdi. I labelli sono viola porpora con la parte centrale bianca punteggiata di viola. Non è raro trovare esemplari ibridati con Orchis Papilionacea, in questo caso il colore può variare dal rosa chiaro al bianco.
Profumo: non percepibile.
Foglie: da ellittiche a lanceolate, quelle basali sono riunite a rosetta, mentre quelle cauline inguainano il fusto. In autunno le foglie seccano, per rispuntare a primavera. Il fusto è verde e vira verso il rossastro a circa 5 centimetri dalla cima.
Radici: questa pianta ha due rizotuberi ovoidali delle dimensioni di circa 2 centimetri l’uno, sormontati da poche radici secondarie. I tuberi in realtà sono due solo nel periodo della fioritura: uno è quello vecchio e si esaurisce alla fine della primavera, dopo aver sostenuto la pianta fino alla fine della fioritura, l’altro è nuovo, appena formato e durerà fino alla fine della successiva fioritura, lasciando il posto a un nuovo tubero e così via.
Frutto: è una capsula che matura in estate, contenente numerosissimi semi piccolissimi
Dimensioni: altezza da 10 a 40 centimetri
Crescita: abbastanza rapida: nasce e fiorisce nel giro di tre-quattro mesi
Esposizione: vive bene a mezz’ombra, ma sopporta anche qualche ora di luce solare al giorno.
Temperatura e umidità: pianta molto rustica, vive da 0 a 1500 metri s.l.m. Gradisce un’umidità ambientale abbastanza alta.
Annaffiature: annaffiare con regolarità ogni una – due settimane, attendendo che il substrato si asciughi tra un’annaffiatura e l’altra, evitare i ristagni idrici.
Concimazione: durante la primavera concimare con un fertilizzante specifico per orchidee aggiunto all’acqua delle annaffiature, dimezzando le dosi consigliate sulla confezione. Non tollera altri concimi, organici o chimici.
Riproduzione: la riproduzione avviene per impollinazione entomofila ad opera dei bombi. I fiori sono privi di nettare e attraggono gli insetti con l’inganno visivo, imitando cioè i fiori che ne sono provvisti. Normalmente l’ovario subisce una trasformazione che porta il labello a girarsi di 180 gradi, in modo ideale per accogliere l’insetto impollinatore. Dopo l’impollinazione, la capsula si trasforma in ovario in cui si formano i semi che vengono dispersi dal vento. Come per tutte le orchidee perché il seme possa germogliare è necessaria la presenza nel terreno di micorrize che apportino i nutrienti necessari alla germinazione di cui è privo. Dal momento della germinazione alla produzione dei primi fiori possono trascorrere circa 6 -7 anni.
Substrato: il substrato dovrebbe essere calcareo o debolmente acido, drenato e poco umido
Difficoltà di coltivazione: è una pianta protetta di cui è severamente vietata la raccolta e che difficilmente si trova in vendita. Non si moltiplica né per divisione dei cespi né dei bulbi ma solo per semina con le difficoltà sopracitate.
Non si dovrebbe, o potrebbe, coltivarla in giardino a meno che non vi nasca spontaneamente.
Patologie più frequenti: Può, come tutte le piante, essere attaccata dalle limacce o da parassiti contro i quali si consiglia di usare insetticidi specifici, mai però durante il periodo di fioritura per non uccidere gli insetti impollinatori che sono l’unico mezzo di moltiplicazione di questa orchidea.
Commenti degli utenti:
Nome comune: Giglio caprino
Genere: Orchis /Anacamptis
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Progenitori: specie botanica
Origine: Europa e Caucaso. La più antica testimonianza europea riguardante questo genere di piante risale al 372 – 289 A.C. quando il filosofo greco Teofrasto di Lesbo la descrive come “pianta con due tubercoli tondeggianti alla base delle radici” da qui il nome “orchis”- testicolo.
Habitat: è una specie molto tollerante che colonizza gli ambienti più vari, in particolare prati più o meno aridi, cespuglieti, zone marginali del bosco fino alla montagna medio alta.
Portamento: orchidea terricola, perenne, spontanea, dal portamento eretto.
Fiori: l’infiorescenza, piuttosto piccola, si sviluppa per circa 5 -7 centimetri dall’alto del fusto e porta 5–25 fiori, vicinissimi uno all’altro. I sepali sono riuniti tra loro in modo da formare una specie di cappuccio. I sepali laterali interni sono un po’ più corti e stretti di quelli esterni. Il labello è trilobato, con i lobi laterali più grandi di quello mediano, a volte un po’ ripiegati. Il periodo di fioritura va da aprile a giugno.
Colore: I sepali sono di color porporino, attraversati longitudinalmente da evidenti striature verdi. I labelli sono viola porpora con la parte centrale bianca punteggiata di viola. Non è raro trovare esemplari ibridati con Orchis Papilionacea, in questo caso il colore può variare dal rosa chiaro al bianco.
Profumo: non percepibile.
Foglie: da ellittiche a lanceolate, quelle basali sono riunite a rosetta, mentre quelle cauline inguainano il fusto. In autunno le foglie seccano, per rispuntare a primavera. Il fusto è verde e vira verso il rossastro a circa 5 centimetri dalla cima.
Radici: questa pianta ha due rizotuberi ovoidali delle dimensioni di circa 2 centimetri l’uno, sormontati da poche radici secondarie. I tuberi in realtà sono due solo nel periodo della fioritura: uno è quello vecchio e si esaurisce alla fine della primavera, dopo aver sostenuto la pianta fino alla fine della fioritura, l’altro è nuovo, appena formato e durerà fino alla fine della successiva fioritura, lasciando il posto a un nuovo tubero e così via.
Frutto: è una capsula che matura in estate, contenente numerosissimi semi piccolissimi
Dimensioni: altezza da 10 a 40 centimetri
Crescita: abbastanza rapida: nasce e fiorisce nel giro di tre-quattro mesi
Esposizione: vive bene a mezz’ombra, ma sopporta anche qualche ora di luce solare al giorno.
Temperatura e umidità: pianta molto rustica, vive da 0 a 1500 metri s.l.m. Gradisce un’umidità ambientale abbastanza alta.
Annaffiature: annaffiare con regolarità ogni una – due settimane, attendendo che il substrato si asciughi tra un’annaffiatura e l’altra, evitare i ristagni idrici.
Concimazione: durante la primavera concimare con un fertilizzante specifico per orchidee aggiunto all’acqua delle annaffiature, dimezzando le dosi consigliate sulla confezione. Non tollera altri concimi, organici o chimici.
Riproduzione: la riproduzione avviene per impollinazione entomofila ad opera dei bombi. I fiori sono privi di nettare e attraggono gli insetti con l’inganno visivo, imitando cioè i fiori che ne sono provvisti. Normalmente l’ovario subisce una trasformazione che porta il labello a girarsi di 180 gradi, in modo ideale per accogliere l’insetto impollinatore. Dopo l’impollinazione, la capsula si trasforma in ovario in cui si formano i semi che vengono dispersi dal vento. Come per tutte le orchidee perché il seme possa germogliare è necessaria la presenza nel terreno di micorrize che apportino i nutrienti necessari alla germinazione di cui è privo. Dal momento della germinazione alla produzione dei primi fiori possono trascorrere circa 6 -7 anni.
Substrato: il substrato dovrebbe essere calcareo o debolmente acido, drenato e poco umido
Difficoltà di coltivazione: è una pianta protetta di cui è severamente vietata la raccolta e che difficilmente si trova in vendita. Non si moltiplica né per divisione dei cespi né dei bulbi ma solo per semina con le difficoltà sopracitate.
Non si dovrebbe, o potrebbe, coltivarla in giardino a meno che non vi nasca spontaneamente.
Patologie più frequenti: Può, come tutte le piante, essere attaccata dalle limacce o da parassiti contro i quali si consiglia di usare insetticidi specifici, mai però durante il periodo di fioritura per non uccidere gli insetti impollinatori che sono l’unico mezzo di moltiplicazione di questa orchidea.
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Dani61 (prov di Belluno):
è più di un mese che le osservo attentamente, dietro casa mia ce n'è un prato pieno. Queste piante non fanno germogli in primavera e nascono tutte sparse, non ci sono cespi che eventualmente potrebbero essere divisi, i bulbi sono due però il nuovo sostituisce quello vecchio a fine fioritura, quindi riprodurle con questi sistemi sarebbe impossibile.
Le radici dell'Orchis morio erano usate per produrre il "salep" composto ricostituente ed energetico ricco di mucillagine, amidi, zuccheri e proteine, inoltre erano anche utilizzate come astringente nelle malattie gastrointestinali infantili.
è più di un mese che le osservo attentamente, dietro casa mia ce n'è un prato pieno. Queste piante non fanno germogli in primavera e nascono tutte sparse, non ci sono cespi che eventualmente potrebbero essere divisi, i bulbi sono due però il nuovo sostituisce quello vecchio a fine fioritura, quindi riprodurle con questi sistemi sarebbe impossibile.
Le radici dell'Orchis morio erano usate per produrre il "salep" composto ricostituente ed energetico ricco di mucillagine, amidi, zuccheri e proteine, inoltre erano anche utilizzate come astringente nelle malattie gastrointestinali infantili.