Ricerca del Paradiso Perduto, proiezione dell’Eden personale ed intimo di ciascuno, il giardino nasce da questi slanci. Ed è qualcosa di imprescindibilmente artificiale: dall’ars topiaria alla moda del giardino paesaggistico dell’Ottocento, l’artificialità è un tratto che lo caratterizza, pur nelle differenti interpretazioni.
Non è quindi una definizione impropria quella del giardino come Paradiso Artificiale. Ma non è certo l’unico che l’uomo ha sperimentato nella sua corsa alla ricerca (e, per i più saggi, alla costruzione) di questo fantomatico luogo del godimento, che sia inteso come serenità o come piacere sensuale.
C’è chi lo ha cercato con le droghe (e chi le ha celebrate, come Baudelaire nel suo famoso saggio, “I Paradisi Artificiali”), chi coltivando piante e organizzando spazi per il piacere dell’animo e degli occhi.
Delirante da parte mia accostare le due cose, non trovate?
Lo spazio che le separa è grande: da un lato c’è la volontà di alterare l’equilibrio tra la percezione ed il mondo percepito, dall’altro quello di plasmare quest’ultimo per renderne la percezione più piacevole.
La mia presunzione è, ora, quella di sollevare il filo che lega i Paradisi Artificiali e i loro differenti approcci, per renderne il legame più evidente. Ma con ironia e qualche idea sparsa.
Fatene l’uso che volete: utilizzatele come monito ed allontanatevene il più possibile o sperimentatene qualcuna con giocosa disinvoltura.
- Ripetizione di contrasto
Se secoli di sperimentazione hanno dettato regole, più o meno seguite, sugli accostamenti cromatici per creare un insieme il più possibile armonioso, un modo per disturbare la percezione e creare un effetto estraniante è quello di ripetere ad oltranza un accostamento cromatico di per sé infelice.
Trovo perfetto in questo senso l’abbinamento del rosa e del giallo.
Ecco qualche spunto, attuabile con successo sopratutto in un grigio cortile o terrazzo cittadino, possibilmente con pavimentazione, fioriere e/o muri scuri. La cupezza dell’ambiente sarà illuminata dall’effetto allucinogeno dei colori, quando invece in un luogo aperto e di per sé luminoso, i fogliami gialli susciterebbero la sensazione di malaticcio e stanco.
Escallonia ‘Gold Ellen’ a formare una siepe libera dallo sgargiante fogliame verde giallastro. Vuole sole ed un clima non troppo rigido.
Erica cinerea ‘Rock Pool’, piccola (20-45 cm) e compatta, dal fogliame dorato e minuti fiori rosa, è una piantina cui è importante far patire un po’ la fame: eccessive concimazioni la indurrebbero ad una crescita veloce e fragile. Vuole terreno acido.
Sambucus racemosa ‘Sutherland Gold’ oppure Cornus florida ‘Casina di Lorenzo’ come pianta protagonista. Sono entrambi alberelli che presentano uno sviluppo massimo di circa tre metri e che si possono coltivare piuttosto agevolmente in vaso. Le foglie di entrambi, sono di un elegantissimo giallo oro.
Il secondo, mutazione di ‘Cloud Nine’ ottenuta dal vivaio che gli ha dato il nome, è una pianta particolarmente pregevole: fiorisce con l’eleganza del Cornus da cui deriva e sfoggia un fogliame arancio intenso in autunno.
In uno spazio simile, per intensificare la presenza del rosa, potrete abbondare con le Petunie (Petunia violacea).
Perché Petunie? Beh, gli Indios dell’Equador le utilizzano per indurre sensazioni di volo. Ma lasciamo da parte gli alcaloidi, perlomeno in questa sede, e limitiamoci all’effetto “allucinogeno” che si può ottenere con i soli contrasti cromatici.
Il segreto per fare funzionare uno spazio simile, è quello di ripetere l’abbinamento, di per sé sgradevole, di accostamenti cromatici del giallo e del rosa nelle loro gradazioni più intense, in tutto lo spazio. Il risultato è, oltre ad una leggera ubriacatura, che il contrasto stridente diventa scelta, quindi cifra stilistica del giardino.
- Piante non solo per la vista
Ne ricordo solo qualcuna:
Cestrum nocturnum, un rampicante non troppo rustico, ma che se protetto getterà dal piede dopo un inverno rigido, stupisce per la fragranza intensissima dei fiori, che si farà largo su tutte alla sera.
Piantatelo in un posto a voi molto vicino e sarete inebriati, perfino storditi dal profumo che diffonde. Quasi un grido stentoreo.
Osmanthus fragrans, Eleagnus x ebbingei, Magnolia grandiflora (per chi coltiva in vaso, nella varietà ‘Little Gem’, di modeste dimensioni), Edgeworthia chrysantha, Carissa macrocarpa e Jasminum grandiflorum, se proprio bisogna sceglierne uno tra tutti gli appartenenti al genere, che annovera alcune tra le fragranze più eccezionali del mondo vegetale.
Inimitabile il sentore di cioccolato delle foglie del Cercidiphyllum japonicum.
Per non dimenticare i piaceri delle primizie che la Natura ci può offrire, piantiamo una delle tante varietà di vite da tavola e gustiamocene l’uva, vero simbolo del millenario rapporto tra l’uomo e i frutti della terra, nonché del legame cui accennavo prima, tra le diverse interpretazioni dei Paradisi Artificiali.
Dal saggio di Baudelaire:
“Oh gioie profonde del vino, chi non vi ha conosciute? Chiunque abbia avuto un rimorso da placare, un ricordo da evocare, un dolore da annegare, o abbia fatto castelli in aria, tutti hanno finito per invocarti, o dio misterioso celato nelle fibre della vite. Quanto sono grandiosi gli spettacoli del vino, illuminati dal sole interiore! Quanto vera e ardente quella seconda giovinezza che l'uomo attinge da lui! Ma quanto temibili anche sono le sue folgoranti voluttà e i suoi snervanti incantesimi. E tuttavia dite, in coscienza, voi giudici, legislatori, uomini di mondo, tutti voi cui la felicità rende facili la virtù e la buona salute, dite, chi di voi avrà il coraggio disumano di condannare l'uomo che beve genialità.”
- Illuminazione
Un giardino simile, celebrazione della perdizione dei sensi, vivrà un momento di particolare magia di sera e di notte, quando l’atmosfera si fa più umida e i profumi più intensi e concentrati.
Non c’è nulla come il buio per alimentare le fantasie dell’uomo, solleticarne l’immaginazione e far sfumare la percezione del reale. Messi a riposo gli occhi, rimangono spazi sterminati da visitare tra i sapori, gli odori e le immagini della mente.
La stupefacente interpretazione urbana che possiamo dare di uno spazio che celebri lo stordimento dei sensi è, invece, quella di un giardino raccolto circondato da vegetazione, con una serie di punti luce sovrastanti le piante e rivolti su queste e l’interno: un giardino del genere implode su se stesso, non ha un orizzonte aperto.
In giardino, giocate con le percezioni sensoriali, sperimentate cromatismi e miscelate fragranze, non abbiate timore di inserire piante commestibili e aromatiche e tenete conto della luce e delle ombre che le piante disegnano in giardino.
Soprattutto, consideratelo un prolungamento, una dimensione mutevole tra la vostra idea di esso e ciò che è realmente, organizzatelo in quest’ottica.
Non è quindi una definizione impropria quella del giardino come Paradiso Artificiale. Ma non è certo l’unico che l’uomo ha sperimentato nella sua corsa alla ricerca (e, per i più saggi, alla costruzione) di questo fantomatico luogo del godimento, che sia inteso come serenità o come piacere sensuale.
C’è chi lo ha cercato con le droghe (e chi le ha celebrate, come Baudelaire nel suo famoso saggio, “I Paradisi Artificiali”), chi coltivando piante e organizzando spazi per il piacere dell’animo e degli occhi.
Delirante da parte mia accostare le due cose, non trovate?
Lo spazio che le separa è grande: da un lato c’è la volontà di alterare l’equilibrio tra la percezione ed il mondo percepito, dall’altro quello di plasmare quest’ultimo per renderne la percezione più piacevole.
La mia presunzione è, ora, quella di sollevare il filo che lega i Paradisi Artificiali e i loro differenti approcci, per renderne il legame più evidente. Ma con ironia e qualche idea sparsa.
Fatene l’uso che volete: utilizzatele come monito ed allontanatevene il più possibile o sperimentatene qualcuna con giocosa disinvoltura.
- Ripetizione di contrasto
Se secoli di sperimentazione hanno dettato regole, più o meno seguite, sugli accostamenti cromatici per creare un insieme il più possibile armonioso, un modo per disturbare la percezione e creare un effetto estraniante è quello di ripetere ad oltranza un accostamento cromatico di per sé infelice.
Trovo perfetto in questo senso l’abbinamento del rosa e del giallo.
Ecco qualche spunto, attuabile con successo sopratutto in un grigio cortile o terrazzo cittadino, possibilmente con pavimentazione, fioriere e/o muri scuri. La cupezza dell’ambiente sarà illuminata dall’effetto allucinogeno dei colori, quando invece in un luogo aperto e di per sé luminoso, i fogliami gialli susciterebbero la sensazione di malaticcio e stanco.
Escallonia ‘Gold Ellen’ a formare una siepe libera dallo sgargiante fogliame verde giallastro. Vuole sole ed un clima non troppo rigido.
Erica cinerea ‘Rock Pool’, piccola (20-45 cm) e compatta, dal fogliame dorato e minuti fiori rosa, è una piantina cui è importante far patire un po’ la fame: eccessive concimazioni la indurrebbero ad una crescita veloce e fragile. Vuole terreno acido.
Sambucus racemosa ‘Sutherland Gold’ oppure Cornus florida ‘Casina di Lorenzo’ come pianta protagonista. Sono entrambi alberelli che presentano uno sviluppo massimo di circa tre metri e che si possono coltivare piuttosto agevolmente in vaso. Le foglie di entrambi, sono di un elegantissimo giallo oro.
Il secondo, mutazione di ‘Cloud Nine’ ottenuta dal vivaio che gli ha dato il nome, è una pianta particolarmente pregevole: fiorisce con l’eleganza del Cornus da cui deriva e sfoggia un fogliame arancio intenso in autunno.
In uno spazio simile, per intensificare la presenza del rosa, potrete abbondare con le Petunie (Petunia violacea).
Perché Petunie? Beh, gli Indios dell’Equador le utilizzano per indurre sensazioni di volo. Ma lasciamo da parte gli alcaloidi, perlomeno in questa sede, e limitiamoci all’effetto “allucinogeno” che si può ottenere con i soli contrasti cromatici.
Il segreto per fare funzionare uno spazio simile, è quello di ripetere l’abbinamento, di per sé sgradevole, di accostamenti cromatici del giallo e del rosa nelle loro gradazioni più intense, in tutto lo spazio. Il risultato è, oltre ad una leggera ubriacatura, che il contrasto stridente diventa scelta, quindi cifra stilistica del giardino.
- Piante non solo per la vista
Ne ricordo solo qualcuna:
Cestrum nocturnum, un rampicante non troppo rustico, ma che se protetto getterà dal piede dopo un inverno rigido, stupisce per la fragranza intensissima dei fiori, che si farà largo su tutte alla sera.
Piantatelo in un posto a voi molto vicino e sarete inebriati, perfino storditi dal profumo che diffonde. Quasi un grido stentoreo.
Osmanthus fragrans, Eleagnus x ebbingei, Magnolia grandiflora (per chi coltiva in vaso, nella varietà ‘Little Gem’, di modeste dimensioni), Edgeworthia chrysantha, Carissa macrocarpa e Jasminum grandiflorum, se proprio bisogna sceglierne uno tra tutti gli appartenenti al genere, che annovera alcune tra le fragranze più eccezionali del mondo vegetale.
Inimitabile il sentore di cioccolato delle foglie del Cercidiphyllum japonicum.
Per non dimenticare i piaceri delle primizie che la Natura ci può offrire, piantiamo una delle tante varietà di vite da tavola e gustiamocene l’uva, vero simbolo del millenario rapporto tra l’uomo e i frutti della terra, nonché del legame cui accennavo prima, tra le diverse interpretazioni dei Paradisi Artificiali.
Dal saggio di Baudelaire:
“Oh gioie profonde del vino, chi non vi ha conosciute? Chiunque abbia avuto un rimorso da placare, un ricordo da evocare, un dolore da annegare, o abbia fatto castelli in aria, tutti hanno finito per invocarti, o dio misterioso celato nelle fibre della vite. Quanto sono grandiosi gli spettacoli del vino, illuminati dal sole interiore! Quanto vera e ardente quella seconda giovinezza che l'uomo attinge da lui! Ma quanto temibili anche sono le sue folgoranti voluttà e i suoi snervanti incantesimi. E tuttavia dite, in coscienza, voi giudici, legislatori, uomini di mondo, tutti voi cui la felicità rende facili la virtù e la buona salute, dite, chi di voi avrà il coraggio disumano di condannare l'uomo che beve genialità.”
- Illuminazione
Un giardino simile, celebrazione della perdizione dei sensi, vivrà un momento di particolare magia di sera e di notte, quando l’atmosfera si fa più umida e i profumi più intensi e concentrati.
Non c’è nulla come il buio per alimentare le fantasie dell’uomo, solleticarne l’immaginazione e far sfumare la percezione del reale. Messi a riposo gli occhi, rimangono spazi sterminati da visitare tra i sapori, gli odori e le immagini della mente.
La stupefacente interpretazione urbana che possiamo dare di uno spazio che celebri lo stordimento dei sensi è, invece, quella di un giardino raccolto circondato da vegetazione, con una serie di punti luce sovrastanti le piante e rivolti su queste e l’interno: un giardino del genere implode su se stesso, non ha un orizzonte aperto.
In giardino, giocate con le percezioni sensoriali, sperimentate cromatismi e miscelate fragranze, non abbiate timore di inserire piante commestibili e aromatiche e tenete conto della luce e delle ombre che le piante disegnano in giardino.
Soprattutto, consideratelo un prolungamento, una dimensione mutevole tra la vostra idea di esso e ciò che è realmente, organizzatelo in quest’ottica.
Autore: Lorenzo Rebediani (Phoenix)