Volevo mostrarvi la lavorazione di una pianta abbastanza semplice ed economica: un cedro del libano.
Pur essendo una conifera esso "perdona" molti errori, inoltre non è difficile da coltivare quindi è una buona essenza per chi vuole cominciare a fare un po' di esperienza.
Purtroppo però nei vivai non è facilmente reperibile delle dimensioni più idonee alle lavorazioni.
Io ne ho trovato uno e vediamo un po' cosa è successo.
Innanzitutto scegliere non è stato facilissimo, gli esemplari disponibili erano cinque e quindi ho dovuto scegliere il più interessante che non era quello con il tronco più grosso o quello più alto, ma semplicemente quello che presentava la maggiore conicità del tronco, e quindi il più adatto a diventare futuro prebonsai.
La pianta scelta è in ottima salute, confermata da una ramificazione molto fitta. E' alta circa 80 cm e presenta la caratteristica forma dei cedri, con le punte dei rami che tendono ad alzarsi verso il cielo come dei candelabri.
Sullo stile da realizzare non ci sono molti dubbi: è una pianta da stile eretto formale, che deve esporre il primo ramo a circa due terzi dell'altezza complessiva della pianta.
E' uno stile molto sobrio ed elegante, ma che richiede molta armonia nella disposizione dei rami che devono progressivamente ridursi, in distanza, mano a mano che si avvicinano all'apice.
La prima operazione è la pulizia della pianta, con l'eliminazione di tutti i rametti secchi che si formano all'interno per mancanza di luce e l'osservazione della base del tronco per individuare i rami da tagliare o da tenere.
I rami alla base sono molto bassi e andranno tagliati lasciando dei monconi che verranno utilizzati successivamente per i tiranti.
Procedo poi con una riduzione della lunghezza dei rami, per avere maggiore visibilità sulla struttura della ramificazione
Tolgo i rami che presentano difetti, per esempio sovrapposizioni sullo stesso asse orizzontale o verticale, in modo da rendere la pianta sempre più essenziale e pulita.
Con della rafia "segno" i rami che intendo tenere (con tutto questo verde è facilissimo andare in confusione).
I monconi intanto sono stati privati della corteccia.
Qui vedete un particolare del filo e dei tiranti.
I tiranti sono sottili fili in alluminio o rame che vengono fatti passare all'interno del filo di rame e terminano sui monconi.
Arrotolando su se stessi questi sottili fili la lunghezza complessiva del filo diminuisce "tirando" verso il basso i rami legati con il rame. Questo piccolo accorgimento consente quindi di esercitare una pressione costante verso il basso e permette di utilizzare fili per la legatura di sezione minore.
I rami "a candelabro" non ci sono più e la pianta inizia ad assumere una fisionomia diversa, con i rami che adesso tendono verso il basso per simulare una maggiore vecchiaia.
Con il filo si continua la legatura, cercando di imprimere delle curve morbide ai rami, che altrimenti, essendo molto diritti, risulterebbero rigidi e monotoni.
E' una prima impostazione, con il passare degli anni la pianta verrà ulteriormente lavorata e affinata. Mai avere fretta
Viene legato anche un ramo utilizzato per il secco, per eliminare la forma a candelabro.
Parte più difficile la costruzione dell'apice (sempre), In questo caso ho simulato un comportamento tipico dei cedri, ovvero l'abbassamento/schiacciamento delle zone apicali estreme. Tramite il filo l'apice originario è stato ruotato di circa 90° gradi verso il basso,costituendo così un nuovo ramo, e sempre con lo stesso filo il nuovo ramo è andato a comporre un semicerchio, compattandosi verso il tronco. L'apice vero e proprio è stato invece ripreso alzando un rametto del vecchio apice.
La pianta è più o meno finita nella sua impostazione iniziale, e può iniziare il suo viaggio. Per almeno un paio di mesi non verrà ulteriormente toccata, per potersi riprendere dallo stress delle potature.
Grazie
Pietro
Pur essendo una conifera esso "perdona" molti errori, inoltre non è difficile da coltivare quindi è una buona essenza per chi vuole cominciare a fare un po' di esperienza.
Purtroppo però nei vivai non è facilmente reperibile delle dimensioni più idonee alle lavorazioni.
Io ne ho trovato uno e vediamo un po' cosa è successo.
Innanzitutto scegliere non è stato facilissimo, gli esemplari disponibili erano cinque e quindi ho dovuto scegliere il più interessante che non era quello con il tronco più grosso o quello più alto, ma semplicemente quello che presentava la maggiore conicità del tronco, e quindi il più adatto a diventare futuro prebonsai.
La pianta scelta è in ottima salute, confermata da una ramificazione molto fitta. E' alta circa 80 cm e presenta la caratteristica forma dei cedri, con le punte dei rami che tendono ad alzarsi verso il cielo come dei candelabri.
Sullo stile da realizzare non ci sono molti dubbi: è una pianta da stile eretto formale, che deve esporre il primo ramo a circa due terzi dell'altezza complessiva della pianta.
E' uno stile molto sobrio ed elegante, ma che richiede molta armonia nella disposizione dei rami che devono progressivamente ridursi, in distanza, mano a mano che si avvicinano all'apice.
La prima operazione è la pulizia della pianta, con l'eliminazione di tutti i rametti secchi che si formano all'interno per mancanza di luce e l'osservazione della base del tronco per individuare i rami da tagliare o da tenere.
I rami alla base sono molto bassi e andranno tagliati lasciando dei monconi che verranno utilizzati successivamente per i tiranti.
Procedo poi con una riduzione della lunghezza dei rami, per avere maggiore visibilità sulla struttura della ramificazione
Tolgo i rami che presentano difetti, per esempio sovrapposizioni sullo stesso asse orizzontale o verticale, in modo da rendere la pianta sempre più essenziale e pulita.
Con della rafia "segno" i rami che intendo tenere (con tutto questo verde è facilissimo andare in confusione).
I monconi intanto sono stati privati della corteccia.
Qui vedete un particolare del filo e dei tiranti.
I tiranti sono sottili fili in alluminio o rame che vengono fatti passare all'interno del filo di rame e terminano sui monconi.
Arrotolando su se stessi questi sottili fili la lunghezza complessiva del filo diminuisce "tirando" verso il basso i rami legati con il rame. Questo piccolo accorgimento consente quindi di esercitare una pressione costante verso il basso e permette di utilizzare fili per la legatura di sezione minore.
I rami "a candelabro" non ci sono più e la pianta inizia ad assumere una fisionomia diversa, con i rami che adesso tendono verso il basso per simulare una maggiore vecchiaia.
Con il filo si continua la legatura, cercando di imprimere delle curve morbide ai rami, che altrimenti, essendo molto diritti, risulterebbero rigidi e monotoni.
E' una prima impostazione, con il passare degli anni la pianta verrà ulteriormente lavorata e affinata. Mai avere fretta
Viene legato anche un ramo utilizzato per il secco, per eliminare la forma a candelabro.
Parte più difficile la costruzione dell'apice (sempre), In questo caso ho simulato un comportamento tipico dei cedri, ovvero l'abbassamento/schiacciamento delle zone apicali estreme. Tramite il filo l'apice originario è stato ruotato di circa 90° gradi verso il basso,costituendo così un nuovo ramo, e sempre con lo stesso filo il nuovo ramo è andato a comporre un semicerchio, compattandosi verso il tronco. L'apice vero e proprio è stato invece ripreso alzando un rametto del vecchio apice.
La pianta è più o meno finita nella sua impostazione iniziale, e può iniziare il suo viaggio. Per almeno un paio di mesi non verrà ulteriormente toccata, per potersi riprendere dallo stress delle potature.
Grazie
Pietro
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