Echeveria è uno dei tanti generi della grande famiglia delle Crassulaceae.
Conta circa 200 specie botaniche, più molte cultivar e diversi ibridi.
È originaria dell’America settentrionale e quasi esclusivamente del Messico, il nome Echeveria le è stato dato in onore del famoso pittore naturalistico messicano Atanasio Echeverria.
È una pianta succulenta le cui foglie,disposte a rosetta, sono piatte e carnose e, a seconda della specie, possono essere lanceolate, rotonde, ovali, triangolari, talvolta con margine esterno ondulato o sfrangiato.
Inoltre, a seconda della specie e dell’esposizione al sole, le foglie possono assumere diverse colorazioni a protezione dai raggi del sole; a tale scopo, le Echeveria hanno anche adottato altre strategie, come una folta peluria in Echeveria setosa, o una pruina bianca in Echeveria lauii, in modo da riflettere i raggi solari evitando brutte e dannose scottature.

In primavera inoltrata o in estate, dal centro della rosetta cresce un lungo stelo, su cui sbocciano numerosi piccoli fiori campanulati, di colore rosato o rosso, con margine superiore dei petali giallo.
In alcune schede si dice che l’Echeveria è una pianta acaule, cioè senza fusto, ma nella maggioranza delle specie il fusto c’è e si allunga anche di molto, creando perfino delle ramificazioni con in cima diverse rosette che, cadendo, radicano e formano altre piante e proprio col fusto ho sperimentato una tecnica di propagazione che poi vi racconterò.
Coltivazione
Le Echeveria sono piante relativamente facili da coltivare, purché ci si attenga ad alcune regole basilari, che sono poi il cercare di riprodurre le condizioni in cui vivono nel loro habitat naturale.
1. Il terreno: deve essere sciolto e molto ben drenato, ma anche ricco di materiale organico, quindi un 60% del substrato deve essere composto da un buon terriccio universale o ancor meglio terriccio di foglie di faggio, il restante 40% da materiale drenante come lapillo vulcanico, pomice, zeolite o anche, in mancanza di questi, ghiaietto di fiume o sabbia molto grossolana.
2. L’esposizione: le Echeveria preferiscono il pieno sole o una leggera ombreggiatura. In condizione di scarsa luminosità si decolorano e filano. Gran parte di esse non sopporta le basse temperature, quindi in inverno vanno riparate in serra fredda, oppure in luogo asciutto e ben illuminato, ad una temperatura media di 5°C.
3. Le annaffiature: queste piante, pur essendo delle succulente, gradiscono innaffiature regolari da metà marzo a fine ottobre; ovviamente, tra un'innaffiatura e l’altra il terreno deve asciugarsi, nel restante periodo dell’anno non vanno assolutamente innaffiate. Alcune specie con temperature rigide temono anche l’umidità dell’aria.
4. La riproduzione: come tutte le piante, le Echeveria si riproducono da seme, ma anche da talea di fusto, di foglia e da pollone.
Un metodo veloce per riprodurre delle Echeveria è forzare la produzione di polloni lungo il fusto. Mi spiego: molte Echeveria tendono ad allungare il fusto e siccome a me non piacciono col fusto lungo, periodicamente le taglio trasversalmente appena sotto le prime foglie, poi la rosetta tagliata la lascio asciugare per una decina di giorni, una volta che il taglio è ben asciutto e rimarginato la appoggio sopra un vaso pieno di terriccio e in pochi giorni essa emette nuove radici e diventa in poco tempo una bella pianta vigorosa, mentre il fusto, lasciato nel vecchio vaso, emette diversi polloni che diventeranno future piante da regalare ad amici ed appassionati.

Avversità
Le Echeveria sono attaccate principalmente da tre parassiti: cocciniglia cotonosa, afidi e acari.
Contro questi parassiti è consigliabile fare un trattamento con antiparassitari sistemici ad inizio primavera e a fine estate, cioè prima di ricoverarle per l’inverno. Si possono però adottare alcuni accorgimenti per fare sì che le piante non siano appetibili ai parassiti, ma questo sarà l'argomento di un prossimo articolo.
Autore: Emilio Capacci (Pulcius)
Conta circa 200 specie botaniche, più molte cultivar e diversi ibridi.
È originaria dell’America settentrionale e quasi esclusivamente del Messico, il nome Echeveria le è stato dato in onore del famoso pittore naturalistico messicano Atanasio Echeverria.
È una pianta succulenta le cui foglie,disposte a rosetta, sono piatte e carnose e, a seconda della specie, possono essere lanceolate, rotonde, ovali, triangolari, talvolta con margine esterno ondulato o sfrangiato.
Inoltre, a seconda della specie e dell’esposizione al sole, le foglie possono assumere diverse colorazioni a protezione dai raggi del sole; a tale scopo, le Echeveria hanno anche adottato altre strategie, come una folta peluria in Echeveria setosa, o una pruina bianca in Echeveria lauii, in modo da riflettere i raggi solari evitando brutte e dannose scottature.

In primavera inoltrata o in estate, dal centro della rosetta cresce un lungo stelo, su cui sbocciano numerosi piccoli fiori campanulati, di colore rosato o rosso, con margine superiore dei petali giallo.
In alcune schede si dice che l’Echeveria è una pianta acaule, cioè senza fusto, ma nella maggioranza delle specie il fusto c’è e si allunga anche di molto, creando perfino delle ramificazioni con in cima diverse rosette che, cadendo, radicano e formano altre piante e proprio col fusto ho sperimentato una tecnica di propagazione che poi vi racconterò.
Coltivazione
Le Echeveria sono piante relativamente facili da coltivare, purché ci si attenga ad alcune regole basilari, che sono poi il cercare di riprodurre le condizioni in cui vivono nel loro habitat naturale.
1. Il terreno: deve essere sciolto e molto ben drenato, ma anche ricco di materiale organico, quindi un 60% del substrato deve essere composto da un buon terriccio universale o ancor meglio terriccio di foglie di faggio, il restante 40% da materiale drenante come lapillo vulcanico, pomice, zeolite o anche, in mancanza di questi, ghiaietto di fiume o sabbia molto grossolana.
2. L’esposizione: le Echeveria preferiscono il pieno sole o una leggera ombreggiatura. In condizione di scarsa luminosità si decolorano e filano. Gran parte di esse non sopporta le basse temperature, quindi in inverno vanno riparate in serra fredda, oppure in luogo asciutto e ben illuminato, ad una temperatura media di 5°C.
3. Le annaffiature: queste piante, pur essendo delle succulente, gradiscono innaffiature regolari da metà marzo a fine ottobre; ovviamente, tra un'innaffiatura e l’altra il terreno deve asciugarsi, nel restante periodo dell’anno non vanno assolutamente innaffiate. Alcune specie con temperature rigide temono anche l’umidità dell’aria.
4. La riproduzione: come tutte le piante, le Echeveria si riproducono da seme, ma anche da talea di fusto, di foglia e da pollone.
Un metodo veloce per riprodurre delle Echeveria è forzare la produzione di polloni lungo il fusto. Mi spiego: molte Echeveria tendono ad allungare il fusto e siccome a me non piacciono col fusto lungo, periodicamente le taglio trasversalmente appena sotto le prime foglie, poi la rosetta tagliata la lascio asciugare per una decina di giorni, una volta che il taglio è ben asciutto e rimarginato la appoggio sopra un vaso pieno di terriccio e in pochi giorni essa emette nuove radici e diventa in poco tempo una bella pianta vigorosa, mentre il fusto, lasciato nel vecchio vaso, emette diversi polloni che diventeranno future piante da regalare ad amici ed appassionati.

Avversità
Le Echeveria sono attaccate principalmente da tre parassiti: cocciniglia cotonosa, afidi e acari.
Contro questi parassiti è consigliabile fare un trattamento con antiparassitari sistemici ad inizio primavera e a fine estate, cioè prima di ricoverarle per l’inverno. Si possono però adottare alcuni accorgimenti per fare sì che le piante non siano appetibili ai parassiti, ma questo sarà l'argomento di un prossimo articolo.
Autore: Emilio Capacci (Pulcius)