La terra
La terra è l’elemento da cui ogni essere vegetale trae il nutrimento per vivere e crescere.
Le piante succulente si sono adattate a vivere in habitat caratterizzati tanto da condizioni climatiche difficili, quanto da tipologie di terreno inospitali.
I macereti ghiaiosi, gli ammassi di detriti alluvionali, le pareti rocciose a strapiombo, le concrezioni di rocce vulcaniche, quarzifere o gessose, sono ambienti poverissimi di humus in cui però abbondano i sali minerali, essenziali alla sopravvivenza e alla crescita delle piante grasse.
Ovviamente sarà impossibile fornire alle piante in coltivazione lo stesso substrato di cui dispongono in natura, ma si potrà preparare un terriccio che contenga buona parte degli elementi fisici e chimici di cui hanno bisogno.
In commercio si trova un terriccio già predisposto per le piante grasse, ideale per i neofiti, ma che non soddisfa chi si occupa da diversi anni di piante succulente.
Un buon terriccio per queste piante è costituito principalmente da tre elementi base:
1. Terra di campo, possibilmente poco argillosa, perché nel tempo si compatta molto soffocando le piante.
2. Terriccio torboso, preferibilmente di foglie di faggio decomposte, ma può andar bene anche un buon terriccio universale, quello che vendono nei garden.
3. Materiale drenante minerale, normalmente si usa: lapillo vulcanico, pomice, zeolite, sabbia grossolana o ghiaino.
Mescolando assieme in parti uguali questi tre componenti si ha un substrato base che può andar bene, grosso modo, per tutte le piante succulente. Sarà poi l’esperienza a dirci quali piante vogliono un terreno più ricco di humus e quali più ricco di materiale drenante.
Ad esempio, le Cactaceae del nord America gradiscono un terriccio più minerale e basico (cioè più ricco di calcio), mentre quelle del sud America lo gradiscono più ricco di humus e quindi più acido; allo stesso modo gradiscono essere trattate le piante a rosetta, come le Echeverie, e le succulente fogliari in genere.
Le Lithops, o “pietre viventi”, esigono un terriccio estremamente minerale a base di silicio e quarzo.
Attualmente alcuni vivaisti e collezionisti stanno sperimentando un substrato tutto minerale, composto esclusivamente dagli elementi contemplati nel terzo punto.
La concimazione
Procedere o meno alla concimazione, questo è da sempre un dilemma per i collezionisti.
Alcuni sostengono che le succulente non vadano concimate perché abituate a terreni poverissimi di humus. La concimazione indurrebbe una crescita troppo vigorosa che le snatura.
Altri invece credono che il concime, se usato con moderazione, non possa nuocere alla pianta e che anzi sia necessario, soprattutto se essa rimane a dimora a lungo nello stesso terriccio e non viene rinvasata.
A favore di questa tesi gioca la considerazione che gli elementi nutritivi, presenti originariamente nel terriccio di invaso, vengono col tempo dilavati dall’acqua delle annaffiature, così da lasciare nel tempo la pianta in condizioni di denutrizione minerale molto peggiori di quelle che troverebbe nel più arido dei deserti.
Se le piante grasse vengono rinvasate ogni 2-3 anni, non hanno bisogno di essere concimate, perché trovano nel nuovo terriccio gli elementi di cui hanno bisogno. In linea di massima è sufficiente un po’ di concime in primavera, alla ripresa dell’attività vegetativa.
Dopo i tre anni di permanenza nello stesso terriccio, le succulente vanno concimate un paio di volte durante la primavera e un paio di volte durante l’autunno, utilizzando concimi trivalenti (N.P.K).
N sta per Azoto che stimola una crescita vigorosa di foglie e fusto, quindi per evitare sgradevoli deformazioni va somministrato in basse concentrazioni (6%).
P sta per Fosforo che favorisce lo sviluppo dell’apparato radicale, va somministrato in concentrazione doppia di quella dell'azoto (12%).
K sta per Potassio che incoraggia fioritura e fruttificazione e va somministrato in concentrazione massima doppia del fosforo (24%).
Il concime ideale è quindi a basso tenore di azoto (N) e in cui il rapporto tra gli elementi sia 1-2-4, ovvero il secondo elemento deve essere dosato in misura doppia del precedente.
È difficile trovare in commercio concimi già pronti con questo rapporto. Può essere usato un concime equivalente con minor concentrazione, quel che conta è che l’azoto sia scarso e il potassio abbondante. Quasi tutte le succulente, infatti, necessitano di potassio come i pomodori, questo è il motivo per cui molti coltivatori usano lo stesso concime utilizzato dagli ortolani per i pomodori.
In tutti i concimi trivalenti vengono aggiunti anche i cosiddetti microelementi, che sono molto importanti per uno sviluppo vigoroso e omogeneo dei vegetali.
I microelementi sono particelle di minerali come magnesio, calcio, selenio, etc., presenti in quantità percentuali minime rispetto al minerale che caratterizza il concime.
Non prevalgono, ma favoriscono le reazioni chimiche necessarie all’assorbimento del nutrimento da parte della pianta.
I concimi sono commercializzati in polvere, granuli o in forma liquida.
Alcuni sono solubili e preferibili poiché possono essere somministrati con l’annaffiatura.
Le dosi consigliate sono sempre riportate sulle confezioni e devono essere prese alla lettera e non vanno mai maggiorate.
Conclusioni
Ci auguriamo di avere sfatato il mito che le piante succulente siano difficili da coltivare o quantomeno di aver dimostrato che non presentano maggiori difficoltà di un’altra pianta.
Quel che conta è farsi un’idea delle loro principali esigenze.
Le “grasse” si sono evolute adattandosi alla vita in ambienti aridi, non tollerano dunque i ristagni di umidità, nonostante l’acqua sia la loro principale fonte di sussistenza e nonostante nel periodo di crescita gradiscano abbondanti annaffiature, ancorché molto distanziate fra di loro.
Il terriccio deve essere sciolto, cioè non compatto e ben drenante, composto per la maggior parte di materiale minerale (ghiaino quarzifero, siliceo, vulcanico come il lapillo e la pomice).
Numerose succulente non disdegnano che il terriccio contenga una parte consistente di materiale organico, meno gradito è invece il terreno argilloso che si compatta facilmente e che trattiene quantità eccessive di acqua.
Le succulente gradiscono un’esposizione in piena luce e possibilmente diverse ore di sole.
Una una buona ventilazione, che renda l’ambiente asciutto, scoraggia l’insorgere di malattie, sole e vento tengono lontani i parassiti che si trovano a loro agio in condizioni di poca luce e scarsità di ventilazione in cui proliferano molto velocemente.
Per una sana e vigorosa crescita delle succulente è necessario rinvasare ogni 2–3 anni, cambiando il terriccio in modo che le piante abbiano sempre a disposizione gli elementi necessari per la crescita anche senza l’apporto di concimi chimici.
Autore: Emilio Capacci (Pulcius)
La terra è l’elemento da cui ogni essere vegetale trae il nutrimento per vivere e crescere.
Le piante succulente si sono adattate a vivere in habitat caratterizzati tanto da condizioni climatiche difficili, quanto da tipologie di terreno inospitali.
I macereti ghiaiosi, gli ammassi di detriti alluvionali, le pareti rocciose a strapiombo, le concrezioni di rocce vulcaniche, quarzifere o gessose, sono ambienti poverissimi di humus in cui però abbondano i sali minerali, essenziali alla sopravvivenza e alla crescita delle piante grasse.
Ovviamente sarà impossibile fornire alle piante in coltivazione lo stesso substrato di cui dispongono in natura, ma si potrà preparare un terriccio che contenga buona parte degli elementi fisici e chimici di cui hanno bisogno.
In commercio si trova un terriccio già predisposto per le piante grasse, ideale per i neofiti, ma che non soddisfa chi si occupa da diversi anni di piante succulente.
Un buon terriccio per queste piante è costituito principalmente da tre elementi base:
1. Terra di campo, possibilmente poco argillosa, perché nel tempo si compatta molto soffocando le piante.
2. Terriccio torboso, preferibilmente di foglie di faggio decomposte, ma può andar bene anche un buon terriccio universale, quello che vendono nei garden.
3. Materiale drenante minerale, normalmente si usa: lapillo vulcanico, pomice, zeolite, sabbia grossolana o ghiaino.
Mescolando assieme in parti uguali questi tre componenti si ha un substrato base che può andar bene, grosso modo, per tutte le piante succulente. Sarà poi l’esperienza a dirci quali piante vogliono un terreno più ricco di humus e quali più ricco di materiale drenante.
Ad esempio, le Cactaceae del nord America gradiscono un terriccio più minerale e basico (cioè più ricco di calcio), mentre quelle del sud America lo gradiscono più ricco di humus e quindi più acido; allo stesso modo gradiscono essere trattate le piante a rosetta, come le Echeverie, e le succulente fogliari in genere.
Le Lithops, o “pietre viventi”, esigono un terriccio estremamente minerale a base di silicio e quarzo.
Attualmente alcuni vivaisti e collezionisti stanno sperimentando un substrato tutto minerale, composto esclusivamente dagli elementi contemplati nel terzo punto.
La concimazione
Procedere o meno alla concimazione, questo è da sempre un dilemma per i collezionisti.
Alcuni sostengono che le succulente non vadano concimate perché abituate a terreni poverissimi di humus. La concimazione indurrebbe una crescita troppo vigorosa che le snatura.
Altri invece credono che il concime, se usato con moderazione, non possa nuocere alla pianta e che anzi sia necessario, soprattutto se essa rimane a dimora a lungo nello stesso terriccio e non viene rinvasata.
A favore di questa tesi gioca la considerazione che gli elementi nutritivi, presenti originariamente nel terriccio di invaso, vengono col tempo dilavati dall’acqua delle annaffiature, così da lasciare nel tempo la pianta in condizioni di denutrizione minerale molto peggiori di quelle che troverebbe nel più arido dei deserti.
Se le piante grasse vengono rinvasate ogni 2-3 anni, non hanno bisogno di essere concimate, perché trovano nel nuovo terriccio gli elementi di cui hanno bisogno. In linea di massima è sufficiente un po’ di concime in primavera, alla ripresa dell’attività vegetativa.
Dopo i tre anni di permanenza nello stesso terriccio, le succulente vanno concimate un paio di volte durante la primavera e un paio di volte durante l’autunno, utilizzando concimi trivalenti (N.P.K).
N sta per Azoto che stimola una crescita vigorosa di foglie e fusto, quindi per evitare sgradevoli deformazioni va somministrato in basse concentrazioni (6%).
P sta per Fosforo che favorisce lo sviluppo dell’apparato radicale, va somministrato in concentrazione doppia di quella dell'azoto (12%).
K sta per Potassio che incoraggia fioritura e fruttificazione e va somministrato in concentrazione massima doppia del fosforo (24%).
Il concime ideale è quindi a basso tenore di azoto (N) e in cui il rapporto tra gli elementi sia 1-2-4, ovvero il secondo elemento deve essere dosato in misura doppia del precedente.
È difficile trovare in commercio concimi già pronti con questo rapporto. Può essere usato un concime equivalente con minor concentrazione, quel che conta è che l’azoto sia scarso e il potassio abbondante. Quasi tutte le succulente, infatti, necessitano di potassio come i pomodori, questo è il motivo per cui molti coltivatori usano lo stesso concime utilizzato dagli ortolani per i pomodori.
In tutti i concimi trivalenti vengono aggiunti anche i cosiddetti microelementi, che sono molto importanti per uno sviluppo vigoroso e omogeneo dei vegetali.
I microelementi sono particelle di minerali come magnesio, calcio, selenio, etc., presenti in quantità percentuali minime rispetto al minerale che caratterizza il concime.
Non prevalgono, ma favoriscono le reazioni chimiche necessarie all’assorbimento del nutrimento da parte della pianta.
I concimi sono commercializzati in polvere, granuli o in forma liquida.
Alcuni sono solubili e preferibili poiché possono essere somministrati con l’annaffiatura.
Le dosi consigliate sono sempre riportate sulle confezioni e devono essere prese alla lettera e non vanno mai maggiorate.
Conclusioni
Ci auguriamo di avere sfatato il mito che le piante succulente siano difficili da coltivare o quantomeno di aver dimostrato che non presentano maggiori difficoltà di un’altra pianta.
Quel che conta è farsi un’idea delle loro principali esigenze.
Le “grasse” si sono evolute adattandosi alla vita in ambienti aridi, non tollerano dunque i ristagni di umidità, nonostante l’acqua sia la loro principale fonte di sussistenza e nonostante nel periodo di crescita gradiscano abbondanti annaffiature, ancorché molto distanziate fra di loro.
Il terriccio deve essere sciolto, cioè non compatto e ben drenante, composto per la maggior parte di materiale minerale (ghiaino quarzifero, siliceo, vulcanico come il lapillo e la pomice).
Numerose succulente non disdegnano che il terriccio contenga una parte consistente di materiale organico, meno gradito è invece il terreno argilloso che si compatta facilmente e che trattiene quantità eccessive di acqua.
Le succulente gradiscono un’esposizione in piena luce e possibilmente diverse ore di sole.
Una una buona ventilazione, che renda l’ambiente asciutto, scoraggia l’insorgere di malattie, sole e vento tengono lontani i parassiti che si trovano a loro agio in condizioni di poca luce e scarsità di ventilazione in cui proliferano molto velocemente.
Per una sana e vigorosa crescita delle succulente è necessario rinvasare ogni 2–3 anni, cambiando il terriccio in modo che le piante abbiano sempre a disposizione gli elementi necessari per la crescita anche senza l’apporto di concimi chimici.
Autore: Emilio Capacci (Pulcius)